Asta Lustig Olga
A,  Sarti, modisti e costumisti

Asta Lustig, Olga

ASTA LUSTING OLGA (1880-1963) è una protagonista di primissimo piano nella storia novecentesca del ricamo e del merletto. 

Olga Asta Lustig nacque a Venezia. Giovanissima, cominciò a lavorare come commessa nella ditta di merletti Jesurum, altra firma leggendaria. A 19 anni sposò Giosuè Asta, ufficiale della marina mercantile. Poco dopo, agli inizi del ‘900, aprì il suo primo piccolo negozio in piazza San Marco. Un quasi immediato successo le permise di allargarsi: tre vetrine sotto gli archi delle Procuratie Vecchie.

asta lustig olga
Cartolina prima bottega Olga Asta

Diceva di essere totalmente incapace a qualsiasi lavoro di cucito. Ma era estremamente abile nel disegnare composizioni per i veli da sposa, le tovaglie, i centri tavola, le lenzuola. Il reparto creativo stava nel retro dei saloni di vendita. Dal bozzetto si traeva l’esecutivo che, rivisto ed eventualmente corretto, passava alle ricamatrici, alle merlettaie.

Sin dagli anni ’20, Olga Asta Lustig si pose il problema di un mestiere, quello del ricamo a tombolo e ad ago, che il progresso stava minacciando e fondò una scuola di merletto a Burano perché la tradizione non tramontasse. Prima della guerra, si diede una succursale a Milano in corso del Littorio (l’attuale corso Matteotti), diretta sino alla chiusura (inizio del decennio ’60) da Bianca Kalberg e Amalia Vernocchi. Portò la sua insegna anche in Costa Azzurra e a St. Moritz.

Fu fornitrice di casa reale ed ebbe tra i suoi clienti Barbara Hutton, re Faruk (le ordinò, per la moglie, un corredo rimasto famoso anche per la sua opulenza), i duchi di Windsor, Douglas Fairbanks, William Powell, Mirna Loy e le famiglie dell’aristocrazia e dell’alta borghesia italiana. Rese tutti i suoi dipendenti partecipi agli utili dell’azienda, assai prima che il concetto di compartecipazione entrasse nelle strategie dei sindacati.

Quando morì, nel ’63, la ditta era già in crisi, perché i tempi e i costumi erano cambiati, e non le sopravvisse a lungo. I suoi disegni andarono dispersi.

 

Leggi anche:

Avolio, Giorgio

Berthault, Jean Louis

Chanel ancora nei guai su Tiktok: non è tutto oro quel che luccica